Buddisti e Cristiani: promuoviamo insieme un’educazione ecologica
Messaggio per Vesakh 2016
Cari amici buddisti,
1. A nome del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso desideriamo ancora una volta porgere i nostri auguri più cordiali in occasione del Vesakh, mentre voi commemorate tre eventi significativi della vita di Gautama Buddha: la nascita, l’illuminazione e la morte. Vi auguriamo pace, tranquillità e gioia nei vostri cuori, nelle vostre famiglie e nei vostri Paesi.
2. Quest’anno scriviamo ispirandoci alla Lettera Enciclica di Sua Santità Papa Francesco Laudato si’, sulla cura della casa comune, in cui egli osserva che: “Se «i deserti esteriori si moltiplicano nel mondo, perché i deserti interiori sono diventati così ampi» la crisi ecologica è un appello a una profonda conversione interiore” (n. 217). Quindi afferma che: “L’educazione sarà inefficace e i suoi sforzi saranno sterili se non si preoccupa anche di diffondere un nuovo modello riguardo all’essere umano, alla vita, alla società e alla relazione con la natura” (n. 215). “Solamente partendo dal coltivare solide virtù è possibile la donazione di sé in un impegno ecologico” (n. 211). In risposta, Papa Francesco propone che: “Gli ambiti educativi sono vari: la scuola, la famiglia, i mezzi di comunicazione, la catechesi, e altri” (n. 213).
3. Cari amici buddisti, anche voi avete manifestato preoccupazione per il degrado dell’ambiente, come attestano i documenti The time to Act is Now: A Buddhist Declaration on Climate Change e Buddhist Climate Change Statement to World Leaders. Entrambi mettono in luce la riflessione comune e condivisa che al centro della crisi ecologica vi sia, in effetti, una crisi dell’io, espressa dall’avidità, dall’ansia, dall’arroganza e dall’ignoranza dell’essere umano. I nostri stili di vita e le nostre aspettative devono dunque cambiare per vincere il deterioramento di ciò che ci circonda. “Coltivando uno sguardo interiore e la compassione, saremo in grado di agire per amore, non per paura, per proteggere il nostro pianeta” (Buddhist Climate Change Statement to World Leaders). Inoltre, “quando la Terra si ammala, anche noi ci ammaliamo poiché ne siamo parte” (The time to Act is Now).
4. Poiché la crisi dei cambiamenti climatici è dovuta anche all’attività umana, noi, cristiani e buddisti, dobbiamo lavorare insieme per affrontare il tema di una spiritualità ecologica. L’accelerazione dei problemi ambientali globali ha accresciuto l’urgenza della cooperazione interreligiosa. L’educazione alla responsabilità verso l’ambiente e la creazione di una “cittadinanza ecologica” richiedono un’etica ecologica virtuosa che abbia rispetto e cura per la natura. E’ una necessità impellente che i seguaci di tutte le religioni valichino i loro confini e si uniscano nel costruire un ordine sociale responsabilmente ecologico basato su valori condivisi. Nei Paesi dove buddisti e cristiani vivono e lavorano fianco a fianco, possiamo promuovere la salute e la sostenibilità del pianeta attraverso programmi educativi comuni intesi a sviluppare la coscienza ecologica con iniziative congiunte.
5. Cari amici buddisti, possiamo collaborare insieme per liberare l’umanità dalle sofferenze causate dai cambiamenti climatici, e contribuire alla cura per la nostra casa comune. In questo spirito, vi auguriamo ancora una volta una pacifica e gioiosa festa di Vesakh.
Jean-Louis Cardinal Tauran
Presidente
+ Miguel Ángel Ayuso Guixot, MCCJ
Segretario