Struttura del Dicastero per il Dialogo Interreligioso

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“La Curia Romana è in primo luogo uno strumento di servizio per il successore di Pietro per aiutarlo nella sua missione di «perpetuo e visibile principio e fondamento dell’unità sia dei Vescovi sia della moltitudine dei fedeli» [Lumen Gentium], ad utilità anche dei Vescovi, delle Chiese particolari, delle Conferenze episcopali e delle loro Unioni regionali e continentali, delle Strutture gerarchiche orientali e di altre istituzioni e comunità nella Chiesa.” Praedicate Evanglium II.1

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“L’Istituzione curiale è retta dal Prefetto, o equiparato, che la dirige e la rappresenta.” Praedicate Evangelium III.14 § 1

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“Il Segretario, con la collaborazione del Sottosegretario o dei Sottosegretari, aiuta il Prefetto nel trattare gli affari dell’Istituzione curiale e nel dirigere il personale.” Praedicate Evangelium III.14 § 2

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“Il Segretario, con la collaborazione del Sottosegretario o dei Sottosegretari, aiuta il Prefetto nel trattare gli affari dell’Istituzione curiale e nel dirigere il personale.” Praedicate Evangelium III.14 § 2

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“I Membri delle Istituzioni curiali sono nominati tra i Cardinali dimoranti sia nell’Urbe che fuori di essa, ai quali si aggiungono, in quanto particolarmente esperti nelle cose di cui si tratta, alcuni Vescovi, soprattutto diocesani/eparchiali, nonché, secondo la natura del Dicastero, alcuni presbiteri e diaconi, alcuni membri degli Istituti di Vita Consacrata e delle Società di Vita Apostolica ed alcuni fedeli laici.” Praedicate Evangelium III.15

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“I Consultori delle Istituzioni curiali e degli Uffici sono nominati tra i fedeli che si distinguono per scienza, comprovata capacità e prudenza. L’individuazione e la scelta degli stessi deve rispettare, il più possibile, il criterio dell’universalità.” Praedicate Evangelium III.15

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“Gli Officiali, che per quanto possibile provengono dalle diverse regioni del mondo così che la Curia Romana rispecchi l’universalità della Chiesa, sono assunti tra chierici, membri degli Istituti di Vita Consacrata e delle Società di Vita Apostolica e laici, che si distinguono per debita esperienza, scienza confermata da adeguati titoli di studio, virtù e prudenza. Siano scelti secondo criteri oggettivi e di trasparenza ed abbiano un congruo numero di anni di esperienza nelle attività pastorali.” Praedicate Evangelium III.14 § 3