PDF Celebrare la misericordia

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PRESENTAZIONE
Celebrare la misericordia con i credenti di altre religioni è un
breve e semplice sussidio, a cura del Pontificio Consiglio per
il Dialogo Interreligioso, indirizzato innanzitutto alla Conferenze
Episcopali e, tramite loro, a tutti i cattolici. Saremo
ovviamente lieti se potesse rivelarsi utile e interessante anche
per i credenti di altre religioni.
Nella Bolla di indizione del Giubileo della Misericordia, Misericordiae
Vultus, il Santo Padre, delineando il percorso del
Giubileo, ha auspicato che: “Questo Anno Giubilare vissuto
nella misericordia possa favorire l’incontro con queste religioni
(ebraismo e islam) e con le altre nobili tradizioni religiose;
ci renda più aperti al dialogo per meglio conoscerci e
comprenderci; elimini ogni forma di chiusura e di disprezzo
ed espella ogni forma di violenza e di discriminazione” (Misericordiae
Vultus, n. 23).
Abbiamo voluto fare nostro questo invito di Papa Francesco a
incontrare le varie tradizioni religiose per proseguire, proprio
sul tema della misericordia, la via del dialogo e del superamento
delle difficoltà che sono, purtroppo, presenti e ben note
a noi tutti.
Il desiderio che ci anima è quello di vivere quest’anno di grazia
con i nostri fratelli e le nostre sorelle di varie religioni. Il
tema della misericordia è infatti presente nella spiritualità di
altre tradizioni religiose. Ciò ci dà la possibilità di condividere
sia momenti di spiritualità e di scambio interreligioso che
opere concrete di carità nei confronti dei più bisognosi.
Poco tempo fa abbiamo ricordato il 50° anniversario della
promulgazione della Dichiarazione conciliare Nostra aetate
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(28 ottobre 1965). Questo documento, ancora tanto valido e
ricco di suggestioni e considerato una pietra miliare nel cammino
del dialogo interreligioso, ci ricorda che: “Nel nostro
tempo in cui il genere umano si unifica di giorno in giorno
più strettamente e cresce l’interdipendenza tra i vari popoli,
la Chiesa esamina con maggiore attenzione la natura delle sue
relazioni con le religioni non-cristiane. Nel suo dovere di promuovere
l’unità e la carità tra gli uomini, e anzi tra i popoli,
essa in primo luogo esamina qui tutto ciò che gli uomini hanno
in comune e che li spinge a vivere insieme il loro comune
destino” (Nostra aetate, 1). Il semplice sussidio che abbiamo
preparato deve essere letto proprio alla luce di questo spirito:
un invito a esaminare ciò che abbiamo in comune con i credenti
di altre religioni perché sia un incentivo a vivere insieme
il nostro comune destino.
Le varie religioni sono espressione vivente dell’anima dei popoli
e ognuna di esse è la testimonianza che da migliaia di
anni l’uomo è alla ricerca di Dio. In tutto il mondo, a vari
livelli e in diversi gradi, la Chiesa cattolica è impegnata nel
dialogo con le tradizioni religiose. Noi cattolici siamo invitati
da Gesù a essere “lievito e fermento” in mezzo agli uomini. In
occasione del Giubileo della Misericordia abbiamo, pertanto,
il compito di proclamare il Dio misericordioso che si è fatto
Uomo e che volge il Suo sguardo verso ogni uomo e ogni
donna non escludendo nessuno. Dobbiamo essere testimoni,
come ci esorta a fare Papa Francesco, di una Chiesa in uscita
che non si stanca di annunciare la misericordia di Dio e che
vuole suscitare in questo mondo, stanco di violenza e di dolore,
il profondo desiderio di misericordia. Così San Giovanni
Paolo II: “L’uomo contemporaneo si interroga spesso, con
profonda ansia, circa la soluzione delle terribili tensioni che si
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sono accumulate sul mondo e si intrecciano in mezzo agli uomini.
E se talvolta non ha il coraggio di pronunciare la parola
‘misericordia’, oppure nella sua coscienza, priva di contenuto
religioso, non ne trova l’equivalente, tanto più bisogna che la
Chiesa pronunci questa parola, non soltanto in nome proprio,
ma anche in nome di tutti gli uomini contemporanei” (Lettera
Enciclica Dives in Misericordia del Sommo Pontefice Giovanni
Paolo II, n. 15, 1980).
Vorrei ora spiegare le modalità che sono state seguite nell’elaborazione
di questo sussidio.
Innanzi tutto anche questo sussidio è frutto della collaborazione
interreligiosa. Infatti, per la sua redazione, ci siamo
avvalsi del contributo di alcuni esperti appartenenti ad altre
tradizioni religiose.
Nella presentazione delle religioni abbiamo seguito un unico
criterio che è quello di esporre il tema della misericordia.
Volendo proporre per la riflessione e la conoscenza alcuni
brani contenuti nei testi ritenuti sacri da varie tradizioni
religiose per alcune presentiamo, appunto, dei testi scritti.
Siamo tuttavia consapevoli che anche quelle tradizioni religiose
che non hanno scritture presentano concetti e idee
ispirate alla misericordia e pertanto facciamo riferimento
anche ad esse.
Le religioni, qui presentate, sono elencate seguendo l’ordine
alfabetico.
Per quanto concerne il cristianesimo riteniamo che, essendo i
destinatari le Conferenze Episcopali, non sia necessario parlarne
ma, a ogni buon fine, rimandiamo ai preziosi ed utili
sussidi pubblicati per l’occasione e che sono presentati nel sito
ufficiale del Giubileo: http://www.iubilaeummisericordiae.va
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Seguono quindi alcune citazioni di testi del Santo Padre sul
dialogo interreligioso. Non è ovviamente possibile rendere ragione
di tutto ciò che Papa Francesco ha detto sul dialogo con
le altre religioni né è questo il luogo. Abbiamo scelto di presentare
dei brani scelti dalle Encicliche Lumen Fidei e Laudato
si’, dall’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium e da alcuni
discorsi e, ovviamente, dalla Bolla di Indizione del Giubileo
Misericordiae Vultus.
In ultimo abbiamo voluto proporre alcuni suggerimenti su
come vivere e celebrare insieme ai credenti di altre religioni
l’Anno Santo straordinario, nella fedeltà alla nostra vocazione:
promuovere e sostenere le Chiese locali nel loro apostolato
nel campo del dialogo interreligioso.
È in tal senso che abbiamo voluto offrire quanto pubblicato
in questo sussidio. Ci siamo limitati a proporre solo dei cenni
introduttivi che potessero servire ai cattolici a gettare uno
sguardo sulla grande ricchezza della spiritualità umana, così
da poter apprezzare ciò che è vero, nobile e buono in ogni tradizione
religiosa. In particolare il tema della misericordia che
offre la possibilità di un sentire e di un agire comune tra credenti,
come auspicato da Papa Francesco.
Infine è nostra speranza che il dialogo interreligioso possa
fondarsi sul rispetto reciproco e stabilisca vincoli di amicizia
onesta e sincera fra gli uomini e le donne che appartengono a
diverse tradizioni religiose. Nell’aiutare i cattolici ad apprezzare
e conoscere le altre tradizioni religiose siamo consapevoli
che non si deve ignorare né compromettere l’essenza della
propria fede né rinunciare alla propria identità. L’apertura e il
rispetto nei confronti delle altre tradizioni religiose non sono
in contrasto con la fede cristiana, né con il dovere della Chie11
sa di portare la Buona Novella di Gesù Cristo a tutti coloro
che vorranno liberamente ascoltarla. La Chiesa ci insegna che
per essere buoni cristiani, abbiamo necessariamente bisogno
di essere aperti e rispettosi nei confronti del prossimo, qualunque
sia la tradizione religiosa a cui appartiene. Invitiamo,
pertanto, i fedeli cattolici a non innalzare muri ma a uscire
dalle proprie case per entrare in quelle dei vicini di altre religioni
e percorrere insieme a loro un cammino sulla via della
misericordia.
Ringrazio di cuore la Dott.ssa Maria Laura Marazzi per aver
proposto e coordinato questo progetto, il Rev. P. Indunil Kodithuwakku,
Sottosegretario, per aver curato la parte su buddismo,
confucianesimo, shintoismo e taoismo, Mons. Khaled
Akasheh, Capo Ufficio per l’Islam, e il Rev. P. Markus Solo
per le note sull’islam, Mons. Santiago Michael per quanto
concerne giainismo, induismo, sikhismo e zoroastrismo, la
Dott.ssa Sabrina Fieni per le ricerche bibliografiche, Sr. Judith
Zoebelein per l’edizione inglese e tutti i collaboratori del Pontificio
Consiglio per il Dialogo Interreligioso. Un sentito ringraziamento
a S.E. Mons. Miguel Ángel Ayuso Guixot, Segretario,
per la revisione generale dei contenuti.
Mi è particolarmente gradito ringraziare, per avere messo a
disposizione le proprie competenze e il proprio tempo, il Rev.
P. Francis Anekwe Oborji (Pontificia Università Urbaniana),
che ha curato la parte sulle religioni tradizionali; Mons. Pier
Francesco Fumagalli (Italia) e il Rev. P. Norbert Hofmann,
S.D.B. (Commissione per i Rapporti Religiosi con l’Ebraismo,
Città del Vaticano) per le note sull’ebraismo.
Soprattutto desidero ringraziare per il contributo, i consigli
e i suggerimenti: Prof. Asanga Tilakaratne (Sri Lanka)
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per il buddismo; Prof. Umberto Bresciani (Taipei, Taiwan)
per il confucianesimo; Dr. Harshad Sanghrajka (Gran
Bretagna) per il giainismo; Swami Chidanand Saraswati
(India) per l’induismo; Dr. Mohammed Sammak (Libano)
per l’islam; Prof. Takeshi Mitsuhashi, Prof.ssa Keiko
Momosaki, Rev. P. Franco Sottocornola (Giappone) per lo
shintoismo; Dr. Brinder Singh Mahon e Bhai Sahib Mohinder
Singh Ahluwalia (Gran Bretagna) per il sikhismo; Prof.
Vincent Shen (Canada) e Prof.ssa Elisa Maria Giunipero (Italia)
per il taoismo; Dr. Homi Dhalla (India) per lo zoroastrismo.

Jean-Louis Card. Tauran
Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso