Cristiani e Indù:
in difesa dei vulnerabili della società
Messaggio per Deepavali 2018

Cari amici induisti,

Il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso vi invia i più cordiali saluti e preghiere per la festività di Deepavali, che quest’anno festeggerete il 7 novembre. Possano le celebrazioni di questa festa rafforzare lo spirito di amicizia e fraternità tra voi, e portare più pace e gioia alle vostre famiglie e comunità!

Dai notiziari e dal web, e per esperienza diretta, siamo a conoscenza delle prove quotidiane che devono subire i membri vulnerabili della nostra società: poveri, infermi, anziani, disabili, indigenti, abbandonati, migranti; emarginati ed esclusi da un punto di vista sociale, religioso, culturale e linguistico; e le vittime di abuso e violenza, specialmente donne e bambini. In gran parte privi d’aiuto e indifesi, scartati e ignorati da una società sempre più indifferente e perfino insensibile ai bisogni e alle sofferenze umane, dappertutto oggi i vulnerabili soffrono moltissimo. In questo contesto inquietante vogliamo condividere con voi una riflessione su come noi, induisti e cristiani insieme, possiamo impegnarci in sforzi per difendere, proteggere e assistere queste persone.

Il dovere morale di prendersi cura dei vulnerabili scaturisce dalla nostra credenza condivisa che siamo tutti creature di Dio e, di conseguenza, fratelli e sorelle, uguali per dignità, e reciprocamente responsabili, ma tale dovere nasce anche dall’esperienza della nostra stessa vulnerabilità, quando a volte cerchiamo qualcuno che ci aiuti. Una sana consapevolezza della nostra comune condizione umana e del nostro dovere morale verso gli altri ci spinge a perorare la loro causa facendo tutto il possibile per alleviare le loro sofferenze, difendere i loro diritti e ridare loro dignità.

Sotto questo aspetto non c’è dubbio che individui, gruppi e comunità di diverse parti del mondo stiano compiendo molti lodevoli sforzi. Eppure, dato il gran numero dei vulnerabili e le complessità che comporta la soddisfazione dei loro bisogni, quegli sforzi sembrano come gocce d’acqua in un oceano. Ma le occasioni di servizio ci circondano, perché i vulnerabili risiedono in ogni comunità e in ogni società. Sono necessari sforzi maggiori, ispirati da un senso di solidarietà, affinché essi percepiscano “la presenza dei fratelli e delle sorelle che si preoccupano di loro e che, aprendo la porta del cuore e della vita, li fanno sentire amici e famigliari” (Papa Francesco, Messaggio per la II Giornata Mondiale dei Poveri, 18 novembre 2018). Finalmente, il vero livello di civiltà di ogni società si misura da come vengono trattati i suoi membri più vulnerabili.

Attenzione e cooperazione sono necessarie non solo per difendere il legittimo posto e i diritti dei vulnerabili in seno alla società, ma anche per nutrire una cultura della cura e della considerazione nei loro confronti. Pure nelle nostre famiglie si dovrebbe fare ogni sforzo per assicurare che nessuno si senta indesiderato, non amato, ignorato o escluso. Ogni livello di società – specialmente i responsabili politici e di governo, e quelli più preparati a fornire assistenza pratica – deve mostrare un volto e un cuore umano ai vulnerabili della nostra società e raggiungere tutti coloro che sono emarginati e oppressi. Questa generosità non deve apparire un gesto simbolico, ma come frutto di un’inspirazione divina nell’ottica di un’autentica emancipazione e benessere dei vulnerabili e della difesa della loro causa.

Come credenti radicati nelle nostre rispettive tradizioni spirituali, e come individui ai quali sta a cuore il benessere di tutti, possiamo unirci agli aderenti di altre tradizioni religiose e a tutte le persone di buona volontà, per compiere sforzi collettivi e organizzati per assicurare un presente gioioso e un futuro di speranza ai nostri fratelli e sorelle vulnerabili!

Auguriamo a tutti voi un felice Deepavali!

S. E. Mons Miguel Ángel Ayuso Guixot, MCCJ

Segretario