Intervento dell’Em.mo Card. Miguel Ángel Ayuso Guixot, M.C.C.J.
Conferenza Stampa sulla Lettera Enciclica “Fratelli tutti”
4 ottobre 2020
Sono grato per l’opportunità di presentare l’Enciclica Fratelli tutti sulla fraternità e l’amicizia sociale, un dono prezioso che il Santo Padre ha voluto fare non soltanto a noi cattolici, ma a tutta l’umanità.
Saluto gli illustri oratori che hanno presentato con me questa Enciclica. In special modo il Dottor Mohamed Mahmoud Abdel Salam, Consigliere del Grande Imam di Al-Azhar, amico fraterno con cui condivido il lavoro dell’Alto Comitato per la Fratellanza Umana, nato nell’agosto 2019 per dare continuità ed efficacia agli obiettivi contenuti nel Documento sulla Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune. La sua presenza qui è davvero un buon esempio di fratellanza!
Desidero ringraziare pubblicamente Papa Francesco, anche a nome del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso che presiedo, per aver dato impulso, sin dagli esordi del suo pontificato, al dialogo interreligioso.
Non nascondo l’emozione che ho avvertito nel leggere le pagine dell’Enciclica, in particolare il capitolo 8: “Le religioni al servizio della fraternità nel mondo”. Collaboro con Papa Francesco fin da quando è stato eletto, cioè da quasi otto anni. Posso attestare quanto lavoro sia stato fatto, anche tra innegabili difficoltà, come nel caso dell’ultima emergenza – solo in ordine di tempo – causata dalla pandemia da COVID-19.
Il dialogo interreligioso si colloca veramente al cuore delle riflessioni e delle azioni di Papa Francesco. Si afferma, infatti, nella Fratelli tutti: “Cercare Dio con cuore sincero, purché non lo offuschiamo con i nostri interessi ideologici o strumentali, ci aiuta a riconoscerci compagni di strada, veramente fratelli” (Ft 274).
Il titolo stesso dell’Enciclica esprime un chiaro desiderio di rivolgersi a tutti come fratelli e sorelle. Si tratta di una realtà esistenziale che Papa Francesco, in modo del tutto pacifico, dà per scontato: siamo tutti fratelli, nessuno è escluso!
La via del dialogo tra persone di diverse tradizioni religiose non inizia certo oggi, ma fa parte della missione originaria della Chiesa e affonda le sue radici nel Concilio Vaticano II.
Papa Francesco, ravvisando nel rispetto e nell’amicizia due atteggiamenti fondamentali, ha aperto un’ulteriore porta affinché l’ossigeno della fraternità possa entrare in circolo nel dialogo tra persone di diversa tradizione religiosa, tra credenti e non credenti, e con tutte le persone di buona volontà.
Il Documento sulla Fratellanza Umana per la Pace nel Mondo e la Convivenza Comune, firmato dal Santo Padre e dal Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb ad Abu Dhabi il 4 febbraio 2019, costituisce nel cammino del dialogo interreligioso una pietra miliare che non rappresenta né un punto di partenza né tantomeno un termine di arrivo. Siamo in cammino!
Fratelli tutti, con sguardo lungimirante e misericordioso, ci esorta a percorrere un terreno comune, legato ad un’antica verità che può suonare nuova nel mondo che ci circonda, spesso atrofizzato dall’egoismo: la fraternità umana. I credenti di diverse tradizioni religiose possono veramente offrire il proprio contributo alla fraternità universale nelle società in cui vivono. Leggiamo nella Fratelli tutti: “Non è accettabile che nel dibattito pubblico abbiano voce soltanto i potenti e gli scienziati. Dev’esserci uno spazio per la riflessione che procede da uno sfondo religioso che raccoglie secoli di esperienza e di sapienza” (Ft 275).
Il credente, infatti, è testimone e portatore di valori che possono contribuire notevolmente alla costruzione di società più sane e giuste. La rettitudine, la fedeltà, l’amore per il bene comune, la preoccupazione per gli altri, soprattutto per i bisognosi, la benevolenza e la misericordia sono strumenti preziosi che fanno parte del tesoro spirituale delle varie religioni.
Vivere la propria identità nel “coraggio dell’alterità” è la soglia che oggi la Chiesa di Papa Francesco ci chiede di varcare.
Si tratta di compiere passi concreti insieme ai credenti di altre religioni e alle persone di buona volontà, con la speranza che tutti noi ci sentiamo chiamati ad essere, soprattutto nel nostro tempo, messaggeri di pace e costruttori di comunione.
Dio è il Creatore di tutto e di tutti, per cui siamo membri di un’unica famiglia e, come tali, dobbiamo riconoscerci. È questo il criterio fondamentale che la fede ci offre per passare dalla mera tolleranza alla convivenza fraterna.
L’invito di mettersi al servizio della fratellanza per il bene di tutta l’umanità, rivolto da Papa Francesco alle diverse religioni, annuncia una nuova era. Il nostro cammino comune si apre ad una nuova luce e ad una nuova creatività che sfidano il cuore stesso di ogni religione, e non soltanto: la fraternità può diventare anche la via di ogni credo religioso.
In un mondo disumanizzato, in cui l’indifferenza e l’avidità caratterizzano i rapporti tra le persone, sono necessari una nuova e universale solidarietà ed un nuovo dialogo basato sulla fraternità.
Il dialogo interreligioso svolge una funzione essenziale nella costruzione di una convivenza civile, di una società che includa e non si edifichi sulla cultura dello spreco. La prospettiva e l’obiettivo del dialogo è lavorare, attraverso un’autentica collaborazione tra credenti, per ottenere il bene di tutti, lottando contro le tante ingiustizie che affliggono ancora questo mondo e condannando ogni forma di violenza. Per questo, guardando al futuro, dobbiamo prendere coscienza del fatto che le religioni non si debbono chiudere in sé stesse, ma che come credenti, e rimanendo ben radicati ciascuno nella propria identità, dobbiamo disporci a percorrere la via della fraternità umana, nonostante le nostre differenze, insieme a tutte le persone di buona volontà.
Nel mondo ci sono tante religioni e noi, nella prospettiva del dialogo interreligioso, dobbiamo mostrarci in grado di avviare verso tutti – come desidera il Papa – una relazione di rispetto e amicizia mediante cui difendere l’uguaglianza tra esseri umani, inclusi noi credenti, sebbene con visioni differenti, senza rinunciare alla nostra identità, bensì rivendicando una certa sincerità delle intenzioni.
Ringrazio ancora Papa Francesco, perché Fratelli tutti ci fa sentire più vicini all’amore di Cristo e della Chiesa, e ci incoraggia a metterci, tutti insieme, al servizio della fraternità in questo mondo.
Grazie per la vostra attenzione.