Incontro con i Vescovi, Sacerdoti, Religiosi/e, Seminaristi e Catechisti
Papa Francesco
Cattedrale di San Martino (Bratislava)
13 settembre 2021
Estratti
Libertà, creatività, e infine, il dialogo. Una Chiesa che forma alla libertà interiore e responsabile, che sa essere creativa immergendosi nella storia e nella cultura, è anche una Chiesa che sa dialogare con il mondo, con chi confessa Cristo senza essere “dei nostri”, con chi vive la fatica di una ricerca religiosa, anche con chi non crede. Non è selettiva di un gruppetto, no, dialoga con tutti: con i credenti, con quelli che portano avanti la santità, con i tiepidi e con i non credenti. Parla con tutti. È una Chiesa che, sull’esempio di Cirillo e Metodio, unisce e tiene insieme l’Oriente e l’Occidente, tradizioni e sensibilità diverse. Una Comunità che, annunciando il Vangelo dell’amore, fa germogliare la comunione, l’amicizia e il dialogo tra i credenti, tra le diverse confessioni cristiane e tra i popoli.
L’unità, la comunione e il dialogo sono sempre fragili, specialmente quando alle spalle c’è una storia di dolore che ha lasciato delle cicatrici. Il ricordo delle ferite può far scivolare nel risentimento, nella sfiducia, perfino nel disprezzo, invogliando a innalzare steccati davanti a chi è diverso da noi. Le ferite, però, possono essere varchi, aperture che, imitando le piaghe del Signore, fanno passare la misericordia di Dio, la sua grazia che cambia la vita e ci trasforma in operatori di pace e di riconciliazione. So che voi avete un proverbio: «A chi ti tira un sasso, tu dona un pane». Questo ci ispira. È molto evangelico questo! È l’invito di Gesù a spezzare il circolo vizioso e distruttivo della violenza, porgendo l’altra guancia a chi ci percuote, per vincere il male con il bene (cfr Rm 12,21). Mi colpisce un particolare della storia del Cardinale Korec. Era un Cardinale gesuita, perseguitato dal regime, imprigionato, costretto a lavorare duramente finché si ammalò. Quando venne a Roma per il Giubileo del 2000, andò nelle catacombe e accese un lumino per i suoi persecutori, invocando per loro misericordia. Questo è Vangelo! Questo è Vangelo! Cresce nella vita e nella storia attraverso l’amore umile, attraverso l’amore paziente.
Carissime e carissimi, ringrazio Dio di essere tra voi, e ringrazio di cuore voi per quello che fate e per quello che siete, e per quello che farete ispirandovi a questa omelia, che è anche un seme che io sto seminando… Vediamo se crescono le piante! Vi auguro di continuare il vostro cammino nella libertà del Vangelo, nella creatività della fede e nel dialogo che sgorga dalla misericordia di Dio, che ci ha resi fratelli e sorelle, e ci chiama ad essere artigiani di pace e di concordia. Vi benedico di cuore. E, per favore, pregate per me. Grazie!
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