Il dolore di Papa Francesco per la morte del cardinale Tauran
Barbara Castelli – Città del Vaticano
Un “uomo di fede profonda”, apprezzato soprattutto per le “relazioni di fiducia e stima” che ha saputo stabilire con “il mondo musulmano”. Sono parole di riconoscenza e commozione quelle che Papa Francesco spende per il cardinale Jean-Louis Tauran, morto ieri a Hartford, negli Stati Uniti d’America, dove si era recato per curare il Parkinson. In un telegramma indirizzato alla sorella del porporato, la signora Geneviève Dubert, il Pontefice ricorda come egli abbia “segnato profondamente la vita della Chiesa universale”, mettendosi a servizio di Cristo, “con coraggio”, “fino alla fine”, “nonostante il peso della malattia”.
L’eredità dell’amore verso tutti
L’annuncio della morte del presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e camerlengo di Santa Romana Chiesa ha profondamente colpito soprattutto i suoi più stretti collaboratori, come il segretario del medesimo dicastero, mons. Miguel Ángel Ayuso Guixot, che ai microfoni di Vatican News ricorda il porporato come “un’instancabile costruttore di pace”, con “un carisma particolare” e “un’umanità straordinaria”. (Ascolta l’intervista a mons. Miguel Ángel Ayuso Guixot sul cardinale Jean-Louis Tauran).
La diplomazia dell’ascolto
Da anni il cardinale Jean-Louis Tauran era afflitto dal morbo di Parkinson, che lo aveva segnato nel corpo, senza tuttavia minare in alcun modo lo spirito o l’impegno a servizio della Santa Sede. “Lui ha sempre camminato verso la verità mettendosi insieme a ogni essere umano”, sottolinea il segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, “lavorando nella carità”. Lui “non si stancava mai di lasciare la porta aperta”, “nonostante le difficoltà e i conflitti”, precisa ancora mons. Miguel Ángel Ayuso Guixot: “il cardinale Tauran ci ripeteva con ironia che ‘il vero diplomatico è colui che sa stare in silenzio in molte lingue’”.