La solidarietà interreligiosa al servizio di un mondo sofferente

La solidarietà interreligiosa al servizio di un mondo sofferente –
Un appello alla riflessione e all’azione dei cristiani durante la pandemia di COVID-19 e oltre

27 agosto 2020

Traduzione non ufficiale a cura della CEI

La crisi in corso

La pandemia di COVID-19 ha avuto un impatto sulla comunità globale senza soluzione di continuità e con poca preparazione da parte nostra. Ha profondamente modificato la vita quotidiana di ognuno di noi e ha messo a nudo la vulnerabilità comune a tutti gli esseri umani. Oltre ai milioni di persone che hanno contratto il virus, ce ne sono molti altri che hanno subito conseguenze di tipo psicologico, economico, politico e religioso; tutti sono stati privati del pubblico esercizio del culto. Molti si sono trovati ad affrontare la morte e il dolore, e soprattutto l’incapacità di restare accanto ai propri cari sul letto di morte e celebrare l’estrema unzione e le esequie in modo dignitoso. Il lockdown ha messo in ginocchio l’economia mondiale, e potrebbe quasi raddoppiare il numero di persone che nel mondo soffrono di fame acuta. L’emergenza generata dalla pandemia ha altresì concorso all’aumento di casi di violenza domestica. Le esigenze di distanziamento fisico e sociale hanno comportato l’isolamento di molte persone. La disperazione, l’ansia, e l’insicurezza hanno preso il sopravvento sulla vita umana. Il coronavirus ha colpito tutti – ricchi e poveri, anziani e bambini, gli abitanti delle città e dei paesi, i contadini e gli imprenditori, gli operai e gli studenti.

Se da un lato l’umanità intera è gravemente ferita, dall’altro la pandemia ci ha ricordato lo scandaloso divario tra ricchi e poveri, tra privilegiati e diseredati. Sono molti i luoghi in cui le persone malate, gli anziani e i disabili hanno subito le sofferenze maggiori, spesso con scarsa o nessuna assistenza medica. Tutto questo ha contribuito ad inasprire i pregiudizi razziali e determinato un aumento della violenza contro coloro che sono stati a lungo considerati una minaccia alla classe politica dominante, strutturata e supportata da sistemi caratterizzati da disuguaglianze, esclusione, discriminazione e sopraffazione. Le persone che si trovano ai margini della società, in particolare i migranti, i rifugiati e i detenuti, sono stati i più colpiti da questa pandemia.

La condizione di miseria in cui versa l’umanità in seguito alla pandemia di COVID-19 avviene nel contesto più ampio delle moltitudini sofferenti in tutto il mondo. Molti ci hanno chiesto di ascoltare non solo le voci della sofferenza umana, ma anche le grida prolungate della terra e di tutta la comunità vivente, la cui condizione rischia di aggravarsi a causa della crisi economica nel mondo post-COVID- 19. La crisi sanitaria può essere vista anche come un presagio di future crisi legate ai cambiamenti climatici e alla distruzione della biodiversità. Si avverte l’urgenza di una conversione ecologica degli atteggiamenti e delle azioni, affinché la cura del nostro mondo sia maggiormente efficace, prestando ascolto al gemito del Creato.

L’accresciuta consapevolezza della nostra comune vulnerabilità è un invito a creare nuove forme di solidarietà che travalichino ogni confine. In questa ora di crisi, la nostra gratitudine va agli operatori sanitari e a tutti coloro che con eroico impegno prestano il loro servizio a coloro che soffrono, anche rischiando la propria salute, a prescindere dalla loro appartenenza. A questo si aggiungono i rigogliosi frutti della solidarietà offerta dalla popolazione ai più bisognosi, testimoniata con iniziative di volontariato e di carità. Plaudiamo al contributo offerto dai cristiani, così come da persone di tutte le fedi e di buona volontà, alla creazione di una cultura della misericordia, rivolta ai bisognosi e alle fasce deboli, fornendo loro sostegno materiale, psicologico e spirituale, sia a livello individuale che istituzionale. In quanto famiglia umana, siamo tutti in relazione reciproca come fratelli e sorelle e siamo co-abitanti della terra, la nostra casa comune. La nostra interdipendenza ci ricorda che nessuno si salva da solo. Questo è il momento di scoprire nuove forme di solidarietà per ripensare il mondo post-COVID-19.

Le relazioni interreligiose possono costituire un potente mezzo per manifestare e rafforzare la solidarietà umana e accogliere le risorse che giungono a noi da un punto di riferimento che supera i nostri limiti, per questo esortiamo a una riflessione su come la comunità cristiana possa instaurare un rapporto di solidarietà con tutte le persone di fede e di buona volontà. In questo cammino verso la solidarietà, le diverse comunità di fede sono ispirate e sostenute dalla speranza presente nelle nostre rispettive tradizioni…

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